Un Braille per il miele
L’alfabeto Braille è lo strumento di comunicazione scritta che ha permesso a milioni di persone ipovedenti di comunicare con la stessa efficacia dei normovedenti.
Il sistema Braille prende il nome dal suo inventore, ma venne creato a partire dalle intuizioni di persone differenti che fornirono le basi per la creazione di un alfabeto basato sul tatto.
La scrittura Braille si basa sulla combinazione di 6 puntini in uno spazio rettangolare “ideale” della misura approssimativa di un polpastrello di un dito indice, largo 2 mm e alto 3 mm. In questo spazio ideale i puntini a rilievo vengono disposti in maniera codificata per formare tutte le lettere dell’alfabeto.
Il primo libro in Braille fu pubblicato nel 1787 in lingua francese e da allora la produzione di testi destinati agli ipovedenti e ai non vedenti non si è mai fermata.
Attualmente in Italia le indicazioni in carattere Braille vengono utilizzate solo sulle confezioni di farmaci. Sulle confezioni alimentari non è obbligatoria. Non solo durante l’acquisto, ma anche a casa, una volta messi in dispensa, i vari prodotti alimentari per gli ipovedenti diventano ‘bui’, difficili se non impossibili da riconoscere solo al tatto.
L’augurio di AMi è che si possa sviluppare un’etichettatura Braille, di accompagnamento all’etichettatura standard, per il miele e per tutti i prodotti dell’alveare.